Come diventare interprete

L’interpretariato è una professione a cui tantissime persone ambiscono, dal momento che la conoscenza della lingua straniera rappresenta un requisito sempre più importante nell’ambito della realtà lavorativa contemporanea. Ad oggi, in effetti, sempre più lavori e professioni sono svolte sulla base di una considerazione attenta nei confronti delle lingue e della loro conoscenza e, per questo motivo, soprattutto chi ama l’inglese o le lingue straniere vorrebbe sfruttare questa sua grande conoscenza per ottenere credito dal punto di vista internazionale, lavorando come interprete in diversi contesti, come quello dell’ambasciata, del consolato e di tanto altro ancora. Ma quali sono i requisiti da seguire per diventare interprete? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a proposito. 

 

Diventare interprete: corsi da seguire per l’esercizio della professione

Al fine di comprendere come si possa diventare interprete, non si può prescindere da una conoscenza approfondita che riguardi i corsi da seguire – sia dal punto di vista universitario, sia all’esterno di questo stesso contesto – per diventarlo. Ovviamente, le materie di studio non vertono soltanto sulle lingue straniere, di cui offrono una preparazione di grande livello improntata sulla grammatica e sullo speaking, ma anche su contesti di mediazione, relazione e interazione tra figure professionali. Molto spesso, in effetti, l’interpretariato ha una grande importanza soprattutto dal punto di vista politico o aziendale, e ciò presuppone anche la conoscenza di certi atteggiamenti che devono essere seguiti dall’interprete nell’esercizio del proprio lavoro. 

 

Per questo motivo, l’università o il corso che si sceglie deve vertere necessariamente verso una prospettiva di studi di mediazione culturale, dell’assistenza linguistica, della traduzione e redazione di testi, verbali, corrispondenza, dell’interpretazione di trattativa e di qualsiasi altro ambito che presenti rimandi anche giuridici e politici. Chi è in possesso di un diploma di maturità può, di diritto, accedere a corsi universitari che prevedono la possibilità di specializzarsi nella materia di traduzione e interpretazione; inoltre, grazie a questi corsi sarà possibile anche formarsi professionalmente per quel che concerne conferenze, impianti aziendali e tanto altro ancora. 

 

E ancora, gli studi universitari permettono di ottenere specializzazioni specifiche che possono essere richieste dal punto di vista lavorativo, come quella di interprete di conferenze o comizi o di interprete di incontri internazionali. Queste lauree specialistiche richiedono non soltanto una preparazione e una predisposizione linguistica avanzata nella lingua straniera, ma anche in italiano, di cui è richiesta una capacità espositiva molto avanzata da un punto di vista grammaticale, lessicale e strutturale. 

 

Come diventare interprete al Parlamento Europeo

Una delle finalità fondamentali per cui si diventa interpreti è lavorare nel contesto del Parlamento Europeo. Sostanzialmente, le possibilità che portano all’esercizio di questa professioni sono due: la prima è quella che porta alla professione del funzionario permanente, a cui si può accedere partecipando e superando concorsi promossi dalla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee e pubblicizzati sui quotidiani nazionali. 

 

Seconda possibilità è quella che porta a lavorare come libero professionista, il cui indirizzo fa capo al Servizio di Traduzione della Comunità Europea che ha sede a Bruxelles e che, data la presenza di 1300 funzionari linguisti (a cui si aggiungono 500 funzionari), permette di offrire un supporto professionale adatto alla propria professione, oltre che di funzionare come vera e propria fucina di linguisti e interpreti che vogliono lavorare in Parlamento e non solo. 

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